MILOT ALLA PRIMA JINAN INTERNATIONAL BIENNIAL
Rosanna Carrieri
L’artista italo-albanese Alfred Mirashi, conosciuto con il nome d’arte Milot, prenderà parte alla prima esposizione della Jinan International Biennial, nella provincia di Shandong, in Cina.
La mostra sarà inaugurata il 12 dicembre 2020 e rimarrà visitabile fino al 31 marzo 2021, proponendo al pubblico, nelle sale del Shandong Art Museum e del Jinan Art Museum, i lavori di circa cento artisti provenienti da oltre 20 Paesi.
La proposta espositiva verterà sul tema – anche titolo dell’esposizione – “Power of Harmony”, che si rifà ad uno dei concetti cardine del pensiero del Confucianesimo, quello appunto dell’armonia, con lo scopo di promuovere integrazione e dialogo tra le diverse culture, in particolare quella cinese e quella occidentale, attraverso l’arte contemporanea.
Il principio dell’armonia si snoda in tre livelli: l’armonia tra individui, l’armonia tra persone e società e l’armonia tra uomini e natura; ciò si rifletterà anche nell’esposizione della Biennale di Jinan.
Milot, mentre si appresta ad ultimare la grande scultura Key of Montevergine, alta oltre 40 metri e collocata sulla rotonda all’uscita autostradale di Avellino Ovest, questa opera monumentale voluta dal presidente della Provincia di Avellino , Avv, Domenico Biancardi, dove e il direttore artistico e Michele Stanzione . Artista Milot ha accolto l’invito dei curatori principali Fan Di’an, presidente della China Artists Association e della Central Academy of Fine Arts, e Zhang Wang, presidente della Shandong Artists Association e direttore del Shandong Art Museum. Sarà presente alla biennale con due opere pittoriche realizzate nel 2017: Angolo Mediterraneo e Angolo del Oriente. 
Si tratta di due tele di grandi dimensioni, con una struttura a dittico: in una sezione sono ritratti in primo piano due antichi volti statuari- occidentale l’uno, orientale l’altro -, la sezione accanto è una prosecuzione delle componenti che fanno da sfondo alla prima, con pennellate intense e forme geometriche dai colori chiari, azzurro e turchese, alternati ad un caldo ocra e arancione. Il tutto è caratterizzato, diffusamente, dall’elemento principale dell’artista: la chiave. Piccole chiavi, infatti, affollano le tele; nel caso dell’Angolo Mediterraneo ne viene dipinta una di grandi dimensioni dal lato destro del dittico. Come ha scritto Francesco Poli nel 2003 in riferimento alla produzione pittorica di Milot «alla fine tutto l’insieme – citazioni d’arte classica e pittura astratta – rimanda a una dimensione di valori, della memoria culturale e del presente».
“La chiave” è la cifra stilistica di Milot, e si allinea perfettamente allo scopo della Biennale di Jinan; la chiave incurvata, infatti, simboleggia la possibilità di dialogo, l’accettazione delle diversità e l’opportunità di aprirsi al mondo, superando i confini: testimonianza anche del vissuto di Alfred Mirashi, emigrato dall’Albania nel 1991 verso l’Italia, dove ha potuto studiare alla Accademia delle Belle arti di Brera per diventare un artista.
Massimo Guastella ha sottolineato che “la chiave”, soggetto universalmente riconoscibile, sia «la sua invenzione stilistica, che va interpretata come la soluzione simbolica all’integrazione sociale, culturale, religiosa e razziale».
Come “la chiave” è lo strumento utile a favorire un confronto tra popoli, così le opere di Milot saranno i mezzi per simboleggiare l’incontro tra la cultura occidentale e la cultura cinese. 
Il rapporto tra l’artista e la Cina non è nuovo. Nel 2016, infatti, Milot, aveva già curato, insieme a Melsi Labi, la sezione internazionale della VI Biennale di Fotografia di Jinan e in occasione dell’inaugurazione della stessa era stato nominato docente di Pittura presso l’Università di Shandong Arte & Design ,con un contratto triennale, dove ha svolto lezioni di pittura, scultura e arte contemporanea in diverse sessioni. Nel 2019 ha, inoltre, esposto all’International Artist and Children’s Art al Museo Ghaoyang di Pechino e dal 2020 è direttore del DODO Art Museum della capitale cinese.
Rosanna Carrieri
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